Graziani e Passerini - Amici della Musica s. 2022/2023
ENRICO GRAZIANI, violoncello
G.ENESCU
Symphonie concertante per violoncello e orchestra, op.8
R.STRAUSS
Don Juan, poema per grande orchestra, op20
D. SHOSTAKOVIC
Sinfonia n.9 , op.70
ORCHESTRA ANTONIO VIVALDI
Lorenzo Passerini, direttore
Ma cosa "significa" la musica? Bella domanda. Ad ascoltare Don Juan (1888) di Richard Strauss (1864-1949) sembra di poterci capire qualcosa: non è difficile rendersi conto che le pagine di musica "assomigliano" agli slanci appassionati di Don Giovanni, e che l'improvvisa interruzione prima della fine e l'enorme cambiamento di clima "assomigliano" al destino di questa straordinaria figura dell'immaginario. Se poi qualcuno ci spiega che l'ispirazione viene da un poema dello scrittore romantico Nikolaus Lenau, allora possiamo addirittura trovare corrispondenze fra epiisodi letterari e musicali: allora forse non è difficile dire cosa significa la musica?... Devono aver pensato l'esatto contrario quegli ascoltatori russi presenti alla prima esecuzione della Nona sinfonia (1945) di Dmitrij ostakovič (1906-1975). Il brano nasceva come terza parte di una trilogia sulle sofferenze e poi vittoria del popolo sovietico in guerra contro la Germania nazista. Questa terza parte doveva "significare" la gioia per la vittoria; e in realtà nella sinfonia di ostakovič di allegria e spensieratezza ce n'è da vendere, ma quasi troppa, tanto da avere il dubbio che ostakovič stia esercitando qualche forma di ironia (quella musica li stava forse prendendo in giro, li ascoltatori?). L'autore, nel presentare alla stampa il suo lavoro, lo definì un «pezzetto allegro»: «i musicisti avrebbero provato piacere a suonarlo ed i critici si sarebbero deliziati a stroncarlo». Profezia avverata. Ma allora cosa "significa" la musica? Forse la maniera migliore per tentare di capirlo (un po') è ascoltare un brano che non abbia né un programma esplicito come Don Juan di Strauss, né comunque aspettative extramusicali come la Nona di ostakovič. La Sinfonia concertante per violoncello e orchestra (1901) di George Enescu (1881-1945). Nessun programma, nessun "suggerimento": e allora ci si sente nudi (ma anche agguerriti) di fronte a quella "storia senza storia" che è il pezzo di musica. Cosa misteriosissima, passo dopo passo, cercando di capire come noi stessi vibriamo a contatto coi suoni. Cosa risuona in noi con la melodia di apertura del violoncello solista? Che cosa invece quando la musica si apre, a pieni polmoni, nell'episodio majesteux? I suoni sembrano avere un potere singolare nel far loro gli archetipi delle cose: il nascere, il crescere, il morire. L'ombra, la luce il trasfigurarsi. Abbandoniamoci all'avventura.