Stagione Sinfonica 2021/2022: GRIEG & DVORAK
Pietro Ceresini pianoforte
Orchestra Antonio Vivaldi
Leonardo Benini
direttore
Programma
EDVARD GRIEG
da
Peer Gynt
, suite n.1, op.46: Il mattino
EDVARD GRIEG
Concerto in la minore per pianoforte e orchestra, op.16
ANTONIN DVORAK
Sinfonia n.9 in mi minore "Dal Nuovo Mondo", op.95
Edvard Grieg (18431907) scrisse le sue musiche di scena per il
Peer Gynt per la prima rappresentazione del dramma di Ibsen, nel 1876. Grieg approntò una ricca messe di brani musicali, che dopo la prima esecuzione subirono delle revisioni e andarono poi a confluire in due Suites orchestrali ad uso concertistico, indipendenti a quel punto dalla rappresentazione in teatro. Molti di questi pezzi sono noti, a volte inconsapevolmente (tramite musiche di frequente uso televisivo), al pubblico più vasto.
Il
Mattino
è il più conosciuto: è originariamente il preludio allatto IV, il luogo dei vagabondaggi africani del protagonista dal destino inquieto ed errante.
Lambientazione esotica richiama la nostra attenzione al fatto che i due autori qui in programma hanno radici eccentriche rispetto al presunto cuore austro-tedesco (con appendici in Francia e Italia) della grande musica europea. Grieg è norvegese, circostanza che detta il tono e il clima di tanta sua musica. Nel
Concerto
in la minore per pianoforte e orchestra op. 16, opera fortunata presso pianisti e pubblico (contiene tutti gli ingredienti di emozione e spettacolarità che ci aspetta da un brano con pianoforte solista), ci vengono incontro ritmi di danza popolare ma anche, nei momenti più melodici, una luce particolare che verrebbe da definire nordica e protoimpressionista.
Antonín Dvořák (18411904) fu compositore boemo (oggi si direbbe della Repubblica Ceca), ma è noto ai più per una composizione che scrisse molto lontano dalla terra natale: dal 1892 al 1895 fu direttore del Conservatorio di New York e lì scrisse la sua Nona sinfonia in mi minore op. 95, detta perciò
Dal Nuovo Mondo
.
La musica di Dvořák spesso fa riferimento alle tradizioni folkloriche, a volte reali a volte ricreate anche se il linguaggio base, aka tecnica costruttiva, è solidamente europea. Ad ascoltare la Sinfonia dal nuovo mondo, si incontrano frammenti di canti di pellirosse o di spiritual, ma non ci si trova in un clima armonico e musicale così radicalmente diverso dalle sue composizioni scritte in terra boema. Linteresse per il folklore, qualunque esso sia, sembra avere un effetto rigenerante sul linguaggio, che ne esce rinfrescato.