Marco Rizzi - Amici della Musica s. 2022/2023
Johann Sebastian BACH (1685-1750)
Concerto in re min. per cembalo e orchestra
[versione per violino e orchestra], BWV 1052
Allegro - Adagio - Allegro
Karl Amadeus HARTMANN (1905-1963)
Concerto funebre per violino e orchestra darchi
Introduzione. Largo - Adagio - Allegro di molto - Corale: Langsamer Marsh
Richard STRAUSS (1864-1949)
Metamorphosen, Studio per 23 archi solisti
Adagio ma non troppo - Agitato - Adagio ma non troppo - Molto lento
ARCHI DELLA VIVALDI
MARCO RIZZI, violino e direttore
In apparenza tre pezzi senza un forte legame reciproco: in realtà, il tentativo di tracciare nientemeno che un perimetro della civilità musicale tedesca. Il primo brano ci riporta a quello che per certi versi può essere considerato uno degli atti fondativi, o comunque uno dei primi apici: l'opera di Johann Sebastian Bach (1685-1750). Il Concerto per violino e archi BWV 1052 è in realtà un paradosso. A dirla tutta, "non esiste": il numero di catalogo BWV 1052 esiste, certo, ma è un concerto per cembalo e archi (il più famoso, quello in re minore). Ebbene: ci sono però motivi per presumere che la versione pervenuta, con cembalo solista, abbia origine da una precedente con violino solista. Di qui, tentativi fatti a più riprese di "ricostruire" l'originale perduto. Marco Rizzi col secondo e terzo brano fa un salto cronologico spaventoso e arriva a quell'atto di distruzione e autodistruzione che è stata la Seconda guerra mondiale. Il Concerto funebre per violino e archi (1939, rev. 1959) di Karl Amadeus Hartmann è originariamente intitolato Musik der Trauer (musica del lutto, del dolore) ed è la sua protesta contro loccupazione di Praga per opera di Hitler. Nel concerto, Hartmann utilizza alcune melodie corali, fra cui il corale hussita Voi che siete i guerrieri di Dio: diretto riferimento allannessione della Cecoslovacchia. Infine, Metamorphosen per 23 archi solisti (1944-1945) di Richard Strauss (1864-1949), composizione per la quale Strauss non diede una chiave esplicita di lettura, ma che inevitabilmente ci giunge come commento alla catastrofe bellica. Il motivo che risuona ostinatamente al termine (ma che già prima pervade il fittissimo contrappunto) è la Marcia funebre dalla Terza sinfonia di Beethoven. Nel suo diario personale Strauss scriveva: «Il periodo più terribile della storia umana è finito, il regno di dodici anni di bestialità, ignoranza e anti-cultura sotto i più grandi criminali, durante i quali i duemila anni di evoluzione culturale della Germania hanno incontrato il loro destino».