Miramonti e Bronzi - Amici della Musica di Sondalo s. 2022/2023
ENRICO BRONZI violoncello
MARCELLO MIRAMONTI violino
Johannes BRAHMS
Doppio concerto per violoncello, violino e orchestra , op.102
Johannes BRAHMS
Sinfonia n. 2 in re maggiore, op.73
ORCHESTRA ANTONIO VIVALDI
Enrico Bronzi direttore
Il concerto per strumento solista e orchestra è spesso per il solista il luogo di una lotta solitaria, "privata". Abbastanza presto nello sviluppo storico di questo genere musicale, lorchestra ha cominciato ad affiancarsi allo strumento solista non solo come «aiuto», ma anche come antagonista. La posta in gioco è il predominio sonoro nel porgere all'ascoltatore figure e temi. In questa sfida, il solista spesso assomiglia a Davide, che di fronte a Golia va in cerca di una buona fionda. A fornirgliela di solito è il compositore, a cui spetta il ruolo di «moderare» la schermaglia e inventare delle regole di sfida che favoriscano un po il solista. Johannes Brahms (1833-1897) affronta di petto i paradossi di questo genere, anche e soprattutto in una sua strana creatura (due solisti anziché uno! fatto non eccezionale ma comunque meno frequente nel repertorio classico-romantico): il Doppio concerto per violino, violoncello e orchestra op. 102 in la minore del 1887. Si ascolti l'inizio. L'orchestra irrompe col tema principale, e subito il violoncello solo ne fa una cadenza. L'orchestra rientra (in forma più mansueta) col tema secondario e il violino coglie questa occasione per la sua, di cadenza, che subito condivide col violoncello. Infine, l'orchestra si riprende il centro del palcoscenico e da sola espone tutti i temi. E di lì avanti con l'avventura, in un concerto che è anche un po' una sinfonia e un po' anche un pezzo di musica da camera. Vien voglia a questo punto di fare il percorso opposto nella Seconda sinfonia op. 73 in re maggiore (1877), osservando come il compositore scelga all'interno della compagine orchestrale uno strumento o gruppo strumentale dopo l'altro, in vista di ciò che gli serve. Ascoltiamo anche qui l'inizio: tre note degli archi gravi, poi il tema di legni e corni: idillico, pastorale, non c'è dubbio. Subito dopo l'ingresso dei violini, che diventano protagonisti: possono svettare in un registro più acuto di quello che è stato finora, servono a illuminare la pagina. E dopo ancora, invece, qualcosa che non ci aspettiamo: per tre volte il rullo dei timpani in pianissimo, seguito da accordi dei tromboni e della tuba. La scena si oscura. Un collega, perplesso, chiese a Brahms perché avesse deciso di "rovinare" così l'idillio dell'inizio. Brahms gli rispose: «ali nere battono costantemente sopra di noi». Mormorii, dubbi, accuse [...] Non è meglio allora gettarsi a corpo morto nella fede?» Commentando poi «Il programma è eccellente, ammesso che riesca a realizzarlo». Ne nacque uno dei suoi brani più giustamente celebrati, capace di soggiogare l'ascoltatore con la sua intensità emotiva.