Pigiama per sei
RARA Produzione e CMC/Nidodiragno
con Laura Curino, Antonio Cornacchione, Rita Pelusio,Max Pisu
di Marc Camoletti
con Roberta Petrozzi e Rufin Doh
regia di Marco Rampoldi
scene Nicolas Bovay
costumi Gianluca Sbicca
luci Manuel Frenda
suono Marco Strobel Ticozzi
drammaturgia Paola Ornati
assistente alla regia Lucia Marinsalta
organizzazione generale Sara Novarese
distribuzione Nidodiragno/CMC Pigreco Delta Michela Russo
SINOSSI
Il più classico dei triangoli: lui, lei, laltra. Che diventa un rombo, nel momento in cui si scopre che il vecchio amico, invitato dal marito per fungere da alibi durante lincontro clandestino con lamante, è a sua volta
lamante della moglie. Ma la figura diventa un poligono complesso, allorché la cameriera mandata da unagenzia, complice il destino beffardo che vuole che porti lo stesso nome, viene scambiata per lamante del marito dallamico, ma è costretta a interpretare il ruolo di amante di questultimo agli occhi della moglie, che è ovviamente gelosa, ma non può svelarsi finché
Finché ognuno è costretto a interpretare un ruolo diverso a seconda di quali siano le persone presenti nella stanza, in un crescendo turbinante di equivoci e risate. Pigiama per sei è il tipico meccanismo perfetto.
Un testo in cui lo spettatore si appassiona, immedesimandosi involontariamente, per capire come i vari personaggi riusciranno a trovare soluzioni a situazioni che diventano via via più intricate, fino allo scioglimento dovuto allarrivo di un ulteriormente inaspettato (e pericoloso) deus ex machina.
Il lavoro di Marc Camoletti, noto per aver scritto esilaranti vaudeville moderni, portati al successo da grandi interpreti (a partire dal Boeing boeing cinematografico di Jerry Lewis e Dean Martin), presenta linedita coppia comica formata da Antonio Cornacchione e Max Pisu, che condividono una storia comune: entrambi diventati comici per acclamazione popolare, negli ultimi anni stanno consolidandosi come attori di prosa, in allestimenti di notevole successo. A dirigerli Marco Rampoldi, che da molti anni ha concentrato il proprio lavoro su percorsi in cui sfruttare la naturale forza comunicativa di chi ha frequentato il cabaret, convogliandola in strutture articolate e precise (in questo caso nel rigore di un meccanismo ad orologeria). Accanto a loro le figure femminili di Laura Curino, anchessa abituata ad avere un rapporto di grande legame con la sala per il suo fondamentale percorso nel teatro di narrazione, e Rita Pelusio, capace di passare con facilità dalla leggerezza dei personaggi televisivi, al forte impegno sociale di lavori quali Ferite a morte di Serena Dandini. Uno spettacolo lieve, veloce, divertente, che non rinuncia però a fare uno spaccato impietoso della vacuità che caratterizzava i rapporti personali nel pieno degli anni 80 in cui il testo è nato, ma che non è migliorata ai nostri giorni