Ritorno a casa
di Harold Pinter
traduzione di Alessandra Serra
regia Massimo Popolizio
con Massimo Popolizio (Max)
e con Christian La Rosa (Lenny), Gaja Masciale (Ruth), Paolo Musio (zio Sam), Alberto Onofrietti (Joey), Eros Pascale (Teddy)
Produzione Compagnia Umberto Orsini, Teatro di Roma - Teatro Nazionale,
Piccolo Teatro di Milano - Teatro dEuropa
in collaborazione con
AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali e Comune di Fabriano
Ambientato in una claustrofobica casa alla periferia di Londra, lo spettacolo in sinergia coproduttiva con Compagnia Umberto Orsini, Teatro di Roma - Teatro Nazionale e Piccolo Teatro di Milano - Teatro dEuropa ritrae un vero e proprio Gruppo di famiglia in un interno, dove si innesca una spirale di tensioni e desideri repressi. In questo soffocante contesto casalingo, la cui solitudine è spezzata solo da continue liti familiari, ritroviamo il padre Max (Massimo Popolizio), ex macellaio e frequentatore di ippodromi, con i suoi figli Lenny (Christian La Rosa), un trentenne ex pappa che si vanta di avventure erotiche violente con tendenze mitomani, e Joey (Alberto Onofrietti), il fratello più giovane aspirante puglie professionista ma il più fragile della famiglia; insieme a loro convive lo zio Sam (Paolo Musio), che guida un taxi non suo e vive a spese del fratello Max, subendone i continui rimproveri.
Il precario equilibrio familiare viene sconvolto dallarrivo notturno del figlio Teddy (Eros Pascale), affermato professore di filosofia, che dopo sei anni torna dallAmerica con lenigmatica moglie Ruth (Gaja Masciale), madre dei loro tre figli, presentandola al padre, allo zio e ai fratelli. Unica figura femminile in un contesto maschile, Ruth accende desideri e scatena dinamiche conflittuali, facendo evolvere la sua apparente fragilità in una strategia di controllo e potere che incrina lisola di solitudine domestica e la trasforma da vittima passiva in carnefice. Accettando la proposta di prostituirsi e usando la mercificazione del proprio corpo come strumento consapevole per esercitare il dominio sugli altri, Ruth si rivela una forza destabilizzante che sovverte lordine familiare e sociale.
Ciò che accadrà ribalterà lequilibrio già precario di quella famiglia. Il cinismo, la cattiveria, lhumor di Pinter raggiungono la massima espressione in questa opera del 1964, dalla struttura quasi cinematografica, che Massimo Popolizio traduce in una messinscena pericolosamente divertente, muovendosi tra umorismo e tragedia con un ritmo quasi da spartito emotivo e linguistico, per svelare le tensioni psicologiche e i silenzi eloquenti tipici della scrittura pinteriana.
La scena di Maurizio Balò, con i costumi di Gianluca Sbicca e Antonio Marras, le luci di Luigi Biondi e il suono di Alessandro Saviozzi, evocano unopprimente casa vittoriana, che nel finale sorprenderà il pubblico con una inattesa trasformazione. Con un approccio radicale e innovativo, Massimo Popolizio affronta questo testo fondamentale del teatro contemporaneo, portando alla luce le sue inquietanti verità sulla natura umana e sulle dinamiche di potere allinterno della famiglia.