Armocida, Elia e Della Fonte - Amici della Musica s. 2022/2023
ROBERTO ARMOCIDA, saxofono
ALEX ELIA, tromba
D.MILHAUD
Suite francaise
J.RIVIER
Concerto per saxofono contralto. Tromba e orchestra
C.DEBUSSY
Prelude a lapres midi dun faune
RAVEL-DELLA FONTE
Le tombeau de Couperin (versione per orchestra)
ORCHESTRA ANTONIO VIVALDI
Lorenzo Della Fonte, direttore
Lampiezza e varietà del repertorio sinfonico fa sì che impaginare un programma da concerto significhi scegliere da un vero oceano di possibilità, cercando di creare percorsi e valorizzare affinità e contrasti. Una delle maniere più efficaci per dar vita a un programma è quella di esplorare un'area geografica, una cultura. In questo caso è la Francia, rappresentata da due generazioni di compositori: quella dei "fondatori" del Novecento francese, Claude Debussy (1862-1918) e il poco più giovane Maurice Ravel (1875-1937), e quella successiva di Darius Milhaud (1892-1974) e del meno noto ma interessantissimo Jean Rivier (1896-1987). Di Debussy viene scelto il Prélude à l'après-midi d'un faune (1891-94), brano simbolo della sua poetica, in cui i contorni delle cose si fanno fluidi e sfuggenti, impalpabili come i veli (o le vele, tale è l'ambiguità del termine «voiles» in francese) di un suo preludio per pianoforte. Non sempre Debussy smusserà i contorni, ma sempre in essi farà in modo di "disinnescare" qualunque potenziale romantico/teatrale/ottocentesco. Qualcosa di simile succede nel Tombeau de Couperin (1914-17) di Ravel, originariamente per pianoforte, in cui già dal titolo capiamo che l'autore ha deciso di saltare a piè pari l'Ottocento e ispirarsi invece al Settecento di Couperin e alle sue danze. Sei movimenti, ognuno dei quali dedicato da Ravel a un amico morto durante la Prima guerra mondiale (e in questo concerto è proposta un'orchestrazione di Lorenzo Della Fonte per i due movimenti lasciati non orchestrati da Ravel). Con Milhaud giungiamo a quella generazione che ha voluto prendere le distanze dal debussismo. Il gallo e l'arlecchino di Jean Cocteau ne è il libro simbolo: basta con «le nuvole, le onde, gli acquari, le ondine» e soprattutto basta con «la nebbia»! Nella Suite française di Milhaud, di conseguenza, di nebbia non ce n'è neppure l'ombra. Cinque movimenti dedicati a cinque regioni della Francia, popolati da esuberanti melodie popolari. Jean Rivier, poi, tenta un po' una sintesi di ciò che è stata la Francia nel '900: ed ecco che nel suo Concerto per sassofono, tromba e archi (1954) si danno la mano languide melodie e danze spigolose, senza dimenticare l'ammiccamento e lo sberleffo perché in tutto questo i francesi non hanno mai perso il loro particolarissimo senso dell'umorismo.