Pillole di Teatro in tempi di Covid
Teatro e letteratura

Teatro e letteratura

Racconti ed interpretazioni di attori professionisti che ci faranno immergere nelle pagine di romanzi, novelle e biografie tra le più affascinanti nel mondo della letteratura, a cui il teatro ha dato anche una visione scenica.

Giovedì 15 aprile 2021

Fahrenheit 451 di Ray Bradbury

A cura di Elisabetta Pozzi

Come i titoli di testa di un film, tra la dissolvenza delle fiamme spente lentamente dalla pioggia, ha inizio Fahrenheit 451 per la regia di Luca Ronconi. Dopo Truffaut, Ronconi mette in scena a teatro la stupefacente realtà prospettata in un immaginario futuro dal celebre scrittore di fantascienza americano Ray Bradbury. In una ipotetica società del futuro si pensa solo ai quiz televisivi su schermi giganti quanto le pareti di una stanza, e la libertà di pensiero è illusione e tutto è controllato dalle macchine, come in una sorta di Grande Fratello e i libri vengono considerati una minaccia rivoluzionaria, addirittura terroristica. Ed ecco il primo paradosso: i pompieri si trasformano in piromani, con il compito di scovare (come fossero oggetto del crimine) e bruciare gli ultimi libri scampati a una distruzione sistematica e conservati illegalmente da pochi superstiti e risoluti appassionati lettori. I roghi e le persecuzioni sono le priorità agli allarmi che li convocano ogni notte.
La pulizia in atto non è etnica ma socioculturale. Siamo nella società ultra rapida, quella del consumo fine a se stesso. La sensibile versione teatrale di Ronconi appare molto più vicina alla trasposizione cinematografica del rinomato cineasta francese, che al romanzo di Bradbury. Ronconi mette in scena
uno spettacolo nel quale il futuro profetizzato si è già compiuto. Il nostro presente appare infatti come il nostro passato. Fahrenheit 451 è una metafora, un invito pressante e anche un severo avvertimento alla necessità della memoria. L’aspetto sentimentale del film qui viene meno, tutto è sacrificato al desiderio di conoscenza. Dopo che le scuole sono già un labile ricordo, si narra dell'eliminazione sistematica di tutti i libri, del ruolo dei maestri e di come il libro possa essere interpretato come lettera morta. Ronconi s’inventa una scena ferrosa di un mondo dove tutte le brutture sono state eliminate.
Una cortina metallica fa' da pavimento, lamiere arrugginite da sipario a questa produzione tra Stabile di Torino, Piccolo di Milano, Teatro di Roma, Stabile di Palermo. Lo spettacolo è di una disarmante attualità. Non è forse vero che si scrivono pochi libri e quei pochi che ci sono non fanno la differenza tra loro, perché vittime del conformismo come afferma Beatty, vigorosamente interpretato da Alessandro Benvenuti! Tutto è un continuo correre senza meta, una frenesia falcidiante che non lascia spazio alla lettura, alla vita. Una società di esseri lobotomizzati cresce e popola, l’idea stessa di famiglia è privata della sua essenza. Tragicamente sconcertante la realtà rappresentata da Ronconi, molto vicina a quella che stiamo attraversando in questi anni. Lo spettacolo, che si avvale della sempre brava Elisabetta Pozzi, anche se notevolmente convincente nel ruolo del professor Faber ( “artefice” tradotto in latino), è in scena al Piccolo Teatro Strehler fino al 10 febbraio 2008. Un’esperienza teatrale unica nel suo genere che vale la pena affrontare nonostante le 3 ore e mezza di
rappresentazione.

Guarda il video (disponibile dalle ore 16:00 dell 15 aprile  2021)

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