Canti dell'Inferno
Canto III - Vestibolo dell'Inferno

Canto III - Vestibolo dell'Inferno

Dante e Virgilio arrivano davanti alla porta dell'InfernoPer me si va ne la cittą dolente,/ per me si va ne l’etterno dolore,/ per me si va tra la perduta gente/ [...] Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate» - Divina Commedia, If III vv 1-3 e 9) e cominciano il loro viaggio in questo mondo.

La prima schiera dei dannati che incontreranno qui sono i pusillanimi, anime respinte dallo stesso Inferno per la loro vita senza scopo, mischiati agli angeli neutrali, quelli che non presero posizione durante la lotta tra Dio e Lucifero. Č qui che Dante colloca "[ ... ] l'ombra di colui/ che fece per viltade il gran rifiuto" (Divina Commedia, If III vv 59-60) in cui la maggior parte dei commentatori riconosce papa Celestino V (1210 circa - 1296),  interpretabile come la prima delle accuse che Dante fece a Bonifacio VIII, anche se indiretta.

Proseguendo nel loro cammino i due poeti arrivano sulle sponde dell'Acheronte, fiume infernale che segnava l'inizio dell'Oltretomba nella tradizione pagana dove incontrano "un vecchio, bianco per antico pelo," (Divina Commedia, If III, v 83): Caronte, figlio dell'Erebo e della Notte, il traghettatore delle anime nell'aldilą.  

Nel disegno lo vediamo mentre trasporta un gruppo di dannati, le braccia muscolose stringono il remo, il viso caratterizzato dalle "lanose gote" (Divina Commedia, If III v 97),  l'espressione arcigna e corrucciata. Sulla barca le anime "lasse e nude" (Divina Commedia, If III v 100) si riparano la testa per evitare i colpi del demone: si riconoscono figure femminili e maschili, mentre sulla destra una schiera indefinita di anime sembra scappare per l'arrivo del traghetto.

 

Caron dimonio, con occhi di bragia
lor accennando, tutte le raccoglie;
batte col remo qualunque s'adagia.
Come d'autunno si levan le foglie
l'una appresso de l'altra, fin che 'l ramo
vede a la terra tutte le sue spoglie,
similemente di quel lito ad una ad una,
per cenni come augel per suo richiamo.
Cosģ sen vanno su per l’onda bruna,
e avanti che sien di lą discese,
anche di qua nuova schiera s’auna.

Inferno, Canto III, vv 109-119