Canto XIV - Due spiriti
Due spiriti (quelli di Guido del Duca e di Rinieri da Calboli) chiedono a Dante chi sia e da dove venga e il poeta, sorvolando sul suo nome, indica la sua patria alludendo alla zona in cui essa si trova (la Val dArno) con una perifrasi. Questa è loccasione per un lungo discorso polemico pronunciato da Guido, contro le città bagnate dallArno nella sua corsa fino al mare, quali anche Arezzo, Firenze e Pisa. A conclusione dellinvettiva lo spirito lancia strali violenti contro Fulcieri da Calboli, nipote di Rinieri. Dante allora, incuriosito, ottiene un racconto dettagliato circa la terra e la vita delle due anime: chi parla è però ancora e solo Guido, per il quale ricordare il passato della propria regione (la Romagna) è fonte di amarezza e di pianto. Al brusco congedarsi di costui da Dante, i due poeti sentono per la seconda volta voci senza volto pronunciare motti relativi a casi famosi di invidia punita (in questo caso si allude a Caino e a Aglauro); Virgilio spiega allora che quelle frasi sono gli ammonimenti divini contro linvidia che trascina luomo lontano da Dio, verso beni illusori.
«Chi è costui che l nostro monte cerchia
prima che morte li abbia dato il volo,
e apre li occhi a sua voglia e coverchia?».
«Non so chi sia, ma so che non è solo:
domandal tu che più li tavvicini,
e dolcemente, sì che parli, accolo».
Così due spirti, luno a laltro chini,
ragionavan di me ivi a man dritta;
Purgatorio, Canto XIV, vv 1-8