Attori e compagnie

La compagnia è l’elemento fondamentale del teatro “all’antica italiana”. Fin dai tempi della Commedia dell’Arte (XVI secolo) l’attore italiano è infatti un nomade che apprende la tecnica grazie alla pratica continua, viaggiando in gruppi tendenzialmente familiari nelle varie piazze e presentando a pubblici sempre diversi i propri spettacoli. Nell’Ottocento le compagnie itineranti sono inserite in un sistema di agenzie e imprese teatrali che gestiscono l’incontro tra domanda e offerta.

Tra i gruppi che percorrono la penisola si può distinguere tra compagnie primarie, cioè quelle che si esibiscono nelle piazze più prestigiose, compagnie secondarie, che viaggiano in città provinciali meno importanti e grossi paesi, e infine compagnie di terz’ordine, operanti nei più sperduti paesini. Ai livelli più alti corrisponde una maggiore qualità di allestimento nonché guadagni più sostanziosi. La separazione tra compagnie, comunque, non è sempre netta e spesso le primarie arrivano alla fama dopo numerose rappresentazioni in piazze minori. C’è inoltre un quarto tipo di compagnie, quelle per così dire stabili, cioè quei gruppi teatrali dialettali o comunque legati strettamente a un territorio e che per questo tendono ad avere giri più ristretti.

La compagnia è costruita sul sistema dei ruoli, indicati specificatamente nei contratti degli attori. Tra i principali si ricordano: i primi attori in ruoli da protagonisti, contraddistinti da ottime capacità vocali, una bella presenza scenica, un portamento dignitoso; il caratterista, in parti comprimarie tendenzialmente comiche ma anche di padri e tiranni; il brillante, solitamente moderatore dell’intera vicenda comica e caratterizzato da un’abile parlantina; gli attori giovani, detti anche amorosi, in parti di giovani innamorati; la seconda donna, contrapposta alla protagonista, nel ruolo di madre, amante o vedova; i promiscui, in grado di interpretare parti sia comiche che tragiche; al gradino più basso si trovano i generici, spesso poco più che comparse. Quella dei ruoli non è una gabbia fissa e anzi lo stesso artista può intraprendere parti differenti nel corso della sua carriera. L’attore giovane, se dotato di grandi capacità, è destinato col tempo a diventare primo attore e, invecchiando, caratterista (sebbene alcuni primi attori mantengano questo ruolo in età avanzata, interpretando le parti di protagonisti anche quando si tratta di uomini nel pieno della giovinezza).

Dal punto di vista economico la compagnia è solitamente di proprietà del capocomico (perlopiù lo stesso primo attore o prima attrice), che ha funzioni di coordinamento del gruppo, scelta del repertorio, stipula di contratti e gestione delle spese. Alcuni gruppi possono unirsi in società i cui membri hanno diritto ciascuno a una percentuale sui guadagni. Ogni attore doveva procurarsi da sé i costumi, raccolti in un baule personale. Più la compagnia era ricca, più ci si poteva permettere un vestiario variegato e curato. Solitamente, comunque, la difficile situazione finanziaria degli attori li costringeva a riutilizzare lo stesso costume per più personaggi simili, a prescindere dall’ambientazione dello spettacolo.

I contratti hanno generalmente durata di tre anni con possibilità di rinnovo. Contratti e movimenti delle compagnie sono determinati sulla base dell’anno teatrale o anno comico, che va dal primo giorno di quaresima all’ultimo di carnevale dell’anno successivo. Ogni “stagione” si differenzia per rappresentazioni e pubblico: quella di quaresima è trascorsa solitamente in piazze minori (come Sondrio) e serve per unire il gruppo e testare i testi; la stagione più importante è quella di carnevale.

Servendosi di agenzie teatrali e impresari, i capocomici stipulano contratti con i diversi teatri. La corrispondenza tra agenti, attori e proprietari delle sale segue uno schema simile: vere e proprie lettere di referenze in cui si loda la direzione del teatro e si presenta la propria compagnia, esaltandone il repertorio e il corredo scenico, sottolineando il successo ottenuto in altre piazze.
 

«A tenore della pregiatissima loro le trasmettiamo l’Elenco identico della Drammatica Compagnia Carlo Goldoni. Questa Compagnia che a Verona, Crema, ed ora a Lugano agisce attualmente ha destato fanatismo tanto per la scelta delle produzioni, quanto per il corredo».

dalla lettera di presentazione della Compagnia Carlo Goldoni, 30 dicembre 1845 (Biblioteca Civica Pio Rajna, Sondrio, Fondo Teatro Sociale, Cart. 1, Tit. 3, Fasc. 7).

 

«Oso proporre a codesta illustre Direzione la mia Compagnia, di cui unisco l’elenco, per la stagione di Primavera. Spetta alle compagnie drammatiche, agli attori drammatici il riprodurre i capilavori dei nostri Grandi che furono, e colla vita e col foco dell’azione il risvegliare, l’eccitare il genio titubante e peritoso a qualche grande concepimento, per cui la nostra letteratura getti le vesti straniere e diventi originale, propria, esemplare. La Compagnia che ho ordito proporre ha buona copia in repertorio di fiori drammatici del nostro Paese e recenti, ed è fornita di tutto ciò che per vestiario e lusso di scena abbisogna onde l’illusione sia perfetta».

dalla lettera di presentazione della Drammatica Compagnia diretta da Luigi Carani, 23 gennaio 1855. (Biblioteca Civica Pio Rajna, Sondrio, Fondo Teatro Sociale, Cart. 1, Tit. 3, Fasc. 14).